CATANZARO – Il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, insieme al collega Marcello Gemmato, segretario della Commissione Affari sociali, ha indirizzato una interrogazione al ministro della Salute a proposito dell’ingente ritardo accumulato dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Catanzaro nei pagamenti degli importi dovuti per l’erogazione dei farmaci ai cittadini in regime di convenzione con il Servizio Sanitario Nazionale, che ha portato alla decisione dell’Assemblea di Federfarma Catanzaro di proclamare lo stato di agitazione nell’assistenza farmaceutica, minacciando pure di attivarsi per la misura estrema dell’assistenza indiretta. Il ritardo denunciato – si spiega nell’interrogazione – sarebbe attualmente assestato sui quattro mesi corrispondenti alle ricette spedite nei mesi di luglio 2019, agosto 2019, settembre 2019 mentre il prossimo 30 novembre 2019 scadrà, molto verosimilmente invano, il termine per il pagamento delle spettanze relative alla erogazione effettuata nel mese di ottobre 2019, oltre il pagamento delle fatture di presidi ed ausili fermi a febbraio 2019 e all’indennità di residenza anno 2018. “Tale situazione – spiega Wanda Ferro – rappresenta una seria minaccia alla sopravvivenza di alcune farmacie del territorio e, al contempo, all’intero sistema farmaceutico che si fonda su un regolare meccanismo di pagamento previsto da una Convenzione Nazionale”. Una convenzione che, secondo la Federazione dei titolari di farmacia, è da troppo tempo puntualmente disattesa dall’ASP. Secondo la denuncia del presidente di Federfarma Catanzaro, Defilippo, “ritardare i pagamenti ai farmacisti a tempo indeterminato con il solo onere dell’interesse al saggio legale (attualmente all’0,80%) costituisce di fatto una forma di “finanziamento” che i farmacisti attuano, non per loro volontà, nei confronti dell’Azienda che gestendo i fondi destinati alla copertura della spesa farmaceutica ad un tasso di interesse di gran lunga inferiore a quello che dovrebbe sostenere se facesse ricorso al credito bancario, produce per se stessa un risparmio di spesa”. In sostanza “i farmacisti titolari di farmacia privata “finanziano” l’Azienda Sanitaria”. “Il prolungarsi di tali ritardi – spiegano i parlamentari di Fratelli d’Italia – impedisce alle farmacie di pagare fornitori e dipendenti, e rischia di tradursi in una sempre più concreta minaccia per la efficienza stessa del servizio pubblico di assistenza farmaceutica territoriale. Proseguire così significa portare alla chiusura molte farmacie, soprattutto quelle ubicate nei centri abitati più piccoli, che rappresentano spesso l’unico presidio sanitario disponibile”. Ferro e Gemmato hanno chiesto quindi al ministro Speranza “quali urgenti provvedimenti di competenza intenda adottare, per il tramite del commissario ad acta, al fine di riconoscere il diritto delle farmacie affinché la ASP provveda a estinguere il proprio debito e, quindi, si decida a dare seguito al rimborso dei medicinali entro il mese successivo a quello di erogazione degli stessi”.