La notizia emersa anche sulla stampa nazionale riguardante la senatrice M5S eletta nel collegio uninominale di Catanzaro ben si può descrivere coniando il noto film di Woody Allen “Prendi i soldi e scappa” declinandolo con “Prendi i voti e scappa”. Perché è ai militanti e al loro lavoro sul territorio e ai tanti elettori che ci han dato fiducia che ogni eletto deve dar conto con onestà prima di tutto intellettuale e responsabilità politica pubblica per e delle proprie azioni. Va sottolineato, la vittoria al collegio uninominale di Catanzaro del Senato nel marzo 2018 è stata forse la più eclatante perché ha scardinato un fulcro di potere capillare consolidato del centro-destra calabrese e si è riusciti a conquistare un seggio che sembrava predestinato ad un senatore uscente di Forza Italia quasi per diritto divino. Motivo per cui la responsabilità per chi è stato eletto è da considerarsi duplice visto l’alto valore politico della vittoria del M5S in questo territorio. La senatrice quando il 5 febbraio 2018 si presentò ai militanti (ai quali era perfetta sconosciuta e, per molti, anche dopo) dichiarando: “Dobbiamo smetterla di dare consenso a persone di cui abbiamo già sperimentato il modo di agire e che sono risultati indegni della nostra fiducia”, parole forti alle quali ha fatto seguito la dichiarazione del 13 marzo, dopo l’elezione: “non andrò a Roma per occupare inutilmente una poltrona”. Peccato che poi il suo lavoro parlamentare non sia mai decollato veramente e dopo un anno e mezzo pare essersi ridotto al lumicino (zero mozioni presentate, zero interpellanze, zero interrogazioni a risposta orale, ad esempio), come al lumicino era la sua collaborazione con i gruppi locali e con il resto della deputazione parlamentare calabrese. La poltrona, nel frattempo, rimaneva e rimane debitamente presidiata. Non ci nascondiamo, già lo scorso aprile rumors giornalistici davano la senatrice verso l’adesione alla Lega. Azione che non si perfezionò forse perché era ancora indecisa tra quale Matteo scegliere, salvo poi mutarsi in renziana pronta per occupare il posto in prima fila alla prossima Leopolda. Non solo i due Matteo, in Calabria è indecisa, probabilmente. tra due Ernesto: Magorno, ex segretario regionale del PD co-protagonista del decadimento politico calabrese e ora leader regionale della formazione che lei ha deciso di abbracciare e Alecci, suo ex Sindaco per il quale le toccherà fare (si presume senza fatica) per Italia Viva da sponsor politico alle elezioni regionali, dopo la sua mancata elezione alle politiche come nostro competitor e alle provinciali. Oltre all’impegno con gli elettori e con i militanti, la senatrice Vono ha disatteso gli impegni con il Movimento non restituendo e rendicontando lo stipendio da parlamentare, come fanno tutti i colleghi che abbracciano la nostra politica di trasparenza e onestà. A mai più rivederci, non ne avvertiremo minimamente la mancanza.