SQUILLACE – «Anche il Tar ha detto che abbiamo ragione: in giunta deve entrare un’altra donna». È positiva anche la reazione dei consiglieri Oldani Mesoraca ed Enzo Zofrea, dopo l’udienza del Tar Calabria svoltasi ieri e conclusasi con il rinvio al 18 dicembre della discussione sulla sospensiva del provvedimento del sindaco di nomina della giunta municipale. «Ormai – rilevano Mesoraca e Zofrea – siamo abituati alle “trovate”, alle comunicazioni di cose non vere, da parte del sindaco di Squillace. L’ultima è di ieri. Con un comunicato stampa, frutto certamente di meditata riflessione, non solo sua,  ha annunciato che il ricorso al Tar per il rispetto della quota rosa, da parte di quattro cittadine, sarebbe stato rigettato. Nulla di ciò è vero, al punto che la prima firmataria del ricorso, Anna Maria Mungo, consigliere comunale, ed il suo avvocato, hanno annunciato querela contro il sindaco». I due consiglieri tentano di fare chiarezza sulla questione. «Il Tar ha rinviato la decisione al diciotto dicembre e, ritenendo illegittima la composizione dell’esecutivo, ha invitato il sindaco a sanare l’illegittimità. Una decisione, di cui siamo soddisfatti, che, nella sostanza, dà ragione alla nostra tesi sull’illegittimità della giunta, che avevamo denunciato, politicamente, nella riunione pubblica d’insediamento del Consiglio comunale. Per la cronaca, dobbiamo dire che nei giorni scorsi il sindaco, temendo il giudizio del Tar ed “imbeccato” da qualcuno, ha pubblicato una sua determina con la quale prende atto delle dimissioni dell’attuale vicesindaco ed assessore Stefano Carabetta, a far data, non da subito, come solitamente avviene ma, come la scadenza  di un farmaco, successivamente, cioè dal trenta novembre prossimo. Con lo stesso atto, il sindaco ha nominato nuovo assessore il suo capogruppo Cinzia Mellace, a far data dall’uno dicembre 2019. Con ciò, conferma ampiamente, lui stesso, l’illegittimità della sua giunta. Ovviamente si guarda bene dal dire se le conferisce anche l’incarico di vicesindaco, attualmente detenuto da Carabetta». Secondo Mesoraca e Zofrea, la decisione del Tar obbliga il sindaco anche a fare “quadrare” i conti nella sua maggioranza. «Tant’è che, a distanza di quattro mesi – sottolineano –  non ha ancora convocato il Consiglio per  l’elezione del presidente, arrecando un serio danno alla funzionalità del Consiglio stesso e delle commissioni consiliari, alcune delle quali nemmeno nominate. Ma di ciò al sindaco, alla giunta ed alla sua maggioranza, evidentemente, poco importa.  Pensate, cari cittadini, anche la Commissione Europea ha rispettato la parità di genere e, su ventisette Commissari, ben  tredici sono donne».

Carmela Commodaro

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