Il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo, Gian Marco Centinaio, ha confermato che è stata raggiunta l’intesa in Conferenza Stato-Regioni sul decreto, proposto in concerto con il MISE, con il quale si potranno finanziare le attività e gli investimenti proposti dai Distretti del Cibo già attivati e riconosciuti dalle Regioni. Su questo, la Regione Calabria è ancora attesa per l’assenza di uno strumento che avvii il percorso di istituzione e riconoscimento, anche se il Consigliere regionale con delega all’agricoltura, Mauro D’Acri, ha già espresso la volontà di far deliberare, prima della chiusura delle attività politico-amministrative previste per la pausa estiva, l’atto necessario all’istituzione di un’apposita Legge Regionale di recepimento della nuova Legge Nazionale 205/17 con cui si sono istituiti i Distretti. Intenso a tal proposito, l’opera di sensibilizzazione di Acli Terra Calabria e di alcuni esperti di programmazione e marketing territoriale, che stanno sensibilizzando e preparando gli Enti e gli operatori di settore con azioni di comunicazione e promozione. I Distretti del Cibo sono strumenti fondamentali di progettazione territoriale, che puntano a dare sostegno a chi aggrega e costruisce progetti di investimento per il rilancio delle aree agricole del Paese, attuati insieme alle Istituzioni locali e ai soggetti privati direttamente interessati. “Lo strumento di programmazione e progettazione territoriale dei Distretti del Cibo – dichiara l’esperto Valerio Caparelli – consentiranno alla Calabria di fare un salto di qualità nella gestione delle politiche locali che mettono il cibo al centro delle proprie azioni di sviluppo. Dobbiamo guardare con interesse all’esperienza già avviata con netto anticipo da altri Distretti costituiti in alcune regioni d’Italia, per poter meglio tutelare e valorizzare gli interessi produttivi e commerciali delle nostre imprese agricole e, attraverso una buona politica di programmazione e promozione territoriale, rilanciare il turismo enogastronomico”. Per fare questo e per realizzare concretamente obiettivi comuni, che porterà anche alla creazione di nuovi posti di lavoro, oltre all’iniziativa politica necessaria, che tocca inizialmente alla Regione Calabria, bisogna che si mettano insieme imprese, cittadini, associazioni e Istituzioni locali. “I Distretti del Cibo – conclude Valerio Caparelli – non rappresentano solo un valido strumento di governance dei sistemi rurali, essendo questo modello basato su un partenariato pubblico-privato locale e su una governance multilivello, sono soprattutto una scelta innovativa. Avviare anche in Calabria il percorso di istituzione e amministrazione dei Distretti del Cibo, messi a disposizione dal legislatore nazionale, consentirà di avviare quel principio di sussidiarietà sociale ed economica che porterà presto con sé buoni effetti di riequilibrio territoriale, come ad esempio il contrasto allo spopolamento delle aree interne”.

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