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Nella Sala delle Culture “Vincenzo Calderazzo” del Palazzo di Vetro di Catanzaro, si è svolta la presentazione del libro “Fai silenzio ca parrasti assai” scritto dalla dottoressa Marisa Manzini, Procuratore Aggiunto c/o Procura della Repubblica – Tribunale di Cosenza e Consulente della Commissione Parlamentare Antimafia. I proventi derivanti dalla vendita del libro, edito da Rubbettino, sono devoluti all’Associazione Onlus “Fer. Vi. Cr. e Do.” acronimo di Feriti e Vittime della criminalità e del Dovere. L’evento è stato fortemente voluto dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro e dall’Associazione “Universo Minori” ed è stato seguito da numerosi avvocati del Foro del capoluogo.
Il libro parla delle famiglie di ‘ndrangheta che rappresentano le cellule malate della società che si nutrono della parte sana della collettività, dissanguandola. La forza della ‘ndrangheta sta nell’omertà, nella capacità di impedire che si parli della crudeltà e della prepotenza che la contraddistinguono. Ad introdurre l’evento è stato l’Avvocato Professore Giuseppe Iannello, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Catanzaro. Hanno presenziato il Dottor Otello Lupacchini, Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Catanzaro, il Professore Cleto Corposanto, Coordinatore del Corso di Laurea in Sociologia presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, l’Onorevole Angela Napoli, già membro della Commissione Parlamentare Antimafia e Presidente dell’Associazione “Risveglio Ideale”, il Dottor Giuseppe Raiola, Direttore SOC del Reparto di Pediatria dell’Azienda Ospedaliera “Pugliese – Ciaccio” di Catanzaro e Presidente del Lions Club “Catanzaro Host” e l’Onorevole Arturo Bova, Presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta della Regione Calabria. A concludere l’evento, moderato dalla Dottoressa Rita Tulelli, Presidente dell’Associazione “Universo Minori”, l’autrice del libro.
L’opera ricostruisce la matassa criminale che pervade la provincia di Vibo Valentia, ponendo un particolare accento sulla cosca criminale dei Mancuso che è una delle più sanguinarie della Calabria. Il titolo del libro scaturisce da un’esperienza vissuta in prima persona dall’autrice che nell’ottobre del 2016, durante il processo “Black Money” (“Soldi Sporchi”) svoltosi nel tribunale di Vibo Valentia, si sentì rivolgere, mentre stava interrogando un collaboratore di giustizia, da Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni”, imputato sottoposto a regime di 41 bis, la frase: “Fai silenzio, fai silenzio. Fai silenzio ca parrasti assai. Hai capito ca parrasti assai? Fai silenzio ca parrasti assai.” Da questa frase l’idea di realizzare un testo che metta in risalto quanto l’espressione dello stato d’animo di un boss che comprende che il muro che aveva costruito per la sua protezione e di quella della sua famiglia stava per essere infranto dal coraggio di chi usa la parola. Rompere il muro dell’omertà è un imperativo categorico al quale nessuno si dovrebbe mai sottrarre, è un dovere civile, ma soprattutto una responsabilità morale, in quanto tacere diventa una colpa e parlare diventa un obbligo.

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