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Carlopoli – Il Movimento 5 Stelle ottiene il 30,14% di preferenze, nella sola sezione di Carlopoli la Lega di Salvini sorpassa il PD, ottenendo un clamoroso 18,02% di preferenze e Fratelli D’Italia della Meloni ottiene un 9,73% di preferenze. Questo è il clamoroso risultato elettorale che si è registrato nel comune del catanzarese guidato dal Mario Talarico, coordinatore provinciale rete Sprar, che con la sua amministrazione comunale “Insieme ce la faremo ancora” targata PD ha istituito, proprio nel pieno centro cittadino, sia uno Sprar che un Cas.
A quanto sembra le modalità impiegate dall’attuale amministrazione, per garantire l’assistenza agli immigrati accolti nel nostro Comune, non hanno assolutamente soddisfatto la cittadinanza che ha deciso di dare fiducia all’attuale governo nazionale, il quale, con differenti provvedimenti, non solo ha consentito a ridurre sensibilmente la presenza di extracomunitari sul territorio comunale, ma ha anche assicurato, a diversi nostri concittadini, la possibilità di poter godere di vere e proprie misure di tutela assistenziale; argomenti lasciati fuori dall’agenda amministrativa PD locale e nazionale.
Queste elezioni sono state il simbolo del fallimento delle politiche di integrazione. In questi anni invece di assicurare una serie di attività funzionali alla riconquista dell’autonomia individuale dei richiedenti asilo, come l’insegnamento della lingua italiana, la formazione e la qualificazione professionale, l’orientamento legale, l’accesso ai servizi del territorio, l’orientamento e l’inserimento lavorativo, abitativo e sociale, oltre che la tutela psico-socio-sanitaria, per poter trasformare l’immigrazione da potenziale rischio di destabilizzazione sociale in opportunità, abbiamo assistito ad un utilizzo alquanto discutibile di tali figure, volto solo a garantirne esclusivamente il vitto e l’alloggio.
Con queste politiche le periferie cittadine sono state ridotte a ghetti e gli SPRAR e CAS in luoghi difficili da gestire e da vivere, idonei soprattutto ad attirare gli interessi, criticabili, di pochi soggetti, peraltro privi di alcuna competenza e professionalità.
“Il vecchio potere funziona come una valuta. È detenuto da pochi. Una volta acquisito, è gelosamente custodito, e i potenti ne hanno una consistente riserva da spendere. È chiuso, inaccessibile e gestito dal leader” … “Il nuovo potere funziona in modo diverso, come una corrente. È fatto da molti. È aperto, partecipativo e guidato dai pari. Carica e distribuisce. Come l’acqua o l’elettricità, è più forte quando si gonfia. L’obiettivo con un nuovo potere non è quello di accumularlo ma di incanalarlo”. E forse questa la chiave di lettura che ci spiega cosa sta succedendo nel nostro amato paese?

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