Quando si parla di accoglienza e integrazione si rischia ormai di ricadere nella demagogia. In “Dove vanno le nuvole” c’è spazio invece per punti di vista diversi, per storie semplici che non hanno nulla a che fare con la complessità della politica. Nel docufilm che, all’Istituto “Malafarina”, ha dato inizio alla terza edizione di “Volontarinsieme” a Soverato, promossa dal Centro Servizi al Volontariato della provincia di Catanzaro assieme alle associazioni del territorio, le storie rappresentate apparentemente normali trasudano, infatti, di umanità: seguendo il movimento delle nuvole, il regista Massimo Ferrari, in collegamento via Skype, ha inseguito i sogni di quattro “costruttori di mulini a vento” che rompono gli schemi e si rendono testimoni di un’accoglienza sincera e concreta. Da Treviso a Riace, passando per Bologna e Padova, l’esperienza di Antonio Calò e della sua famiglia, che ha accolto in casa sei ragazzi immigrati, e del sindaco Mimmo Lucano che ha reso il suo paese un modello di accoglienza mondiale, si è intrecciata a quella della compagnia “Cantieri meticci” di Bologna, che attraverso il teatro sperimenta l’incontro tra culture diverse, e della cooperativa “Case a colori” di Padova, che porta avanti un progetto di accoglienza e turismo sociale in cui migranti, turisti e persone in emergenza abitativa si ritrovano a convivere. Il dibattito che è seguito alla proiezione ha visto per protagonisti gli studenti delle ultime classi del Malafarina, ma anche dell’Istituto “Maria Ausiliatrice”, del liceo scientifico “Guarasci”, dell’Istituto Alberghiero e dell’Istituto Tecnico “Calabretta” di Soverato, i quali, nonostante le iniziali resistenze, hanno comunque colto alcuni degli spunti più importanti che il regista ha tenuto a sottolineare. Innanzitutto che c’è altro rispetto a quello che si vede in televisione: “Il mio intento era quello di sollevare dubbi e domande in merito al sistema dell’accoglienza, e spero di esserci in parte riuscito – ha risposto il regista Massimo Ferrari in collegamento via Skype, alle sollecitazioni che venivano dall’addetta stampa del CSV di Catanzaro, Benedetta Garofalo, dal professore Vincenzo Femia e da altri rappresentanti associativi intervenuti all’incontro- Non c’è bisogno di grandi cose, in fondo, per accogliere: c’è chi lo ha fatto aprendo le porte della propria casa (e per questo è stato insignito dell’Onorificenza al merito dal Presidente della Repubblica), chi coinvolgendo un’intera comunità nel far sentire persone di etnia diversa parte integrante della propria quotidianità. Non esiste mai una sola verità. E l’accoglienza fa bene soprattutto a chi accoglie”.
Lo spettacolo serale al Teatro Comunale
E’ stato il momento dedicato alle associazioni, che hanno avuto così il loro momento di ribalta (ma anche prima, con l’esposizione dei propri manufatti) sul palco del Teatro per presentarsi alla collettività. Non un’autocelebrazione, ma uno spazio – fatto di parole, poesie (come nel caso di Salvatore Bagnato del Gruppo Emmaus, che ha declamato versi composti dall’Abbé Pierre ma anche da lui stesso), canti e balli (le persone con disabilità di “Ali d’Aquila” e “Afadi” non hanno frenato la loro gioia contagiosa quando si sono esibite nelle varie coreografie) o anche dimostrazioni pratiche di quello che fanno sul campo (i ragazzi in calzoncini corti del gruppo scout “Agesci” hanno materialmente costruito un ponte in pochi minuti, a simboleggiare la costruzione di ponti necessaria per stringere relazioni, anche tra le associazioni stesse). E poi, ancora, l’Avis, l’”Hospitalitè nostra signora di Lourdes”, “L’Arca”, “Don Pellicanò”, “Paolo Orsi”, con alle spalle la straordinaria coreografia realizzata dai “Creativi Indipendenti Davolesi”, che hanno riassunto il loro impegno a favore dell’ambiente con la creazione di un’onda che ha preso forma con la marea di oggetti di plastica rigettati dal mare sulla spiaggia. Lo spettacolo, presentato con bravura da Corrado Corradini, si è avvalso anche del contributo di professionisti in ambito musicale (come il coro “Il mosaico”, che si è esibito con alcune delle colonne sonore realizzate da Ennio Morricone per indimenticabili film, quali “Nuovo Cinema Paradiso”) e teatrale (le scenette tra il serio e il faceto della compagnia “I sognattori” hanno suscitato applausi fragorosi). Sul finale, poi, l’intervento dell’artista poliedrico e di fama, Stefano Masciarelli, ha coinvolto pubblico, associazioni e istituzioni (anche il sindaco Ernesto Alecci ed il presidente del CSV di Catanzaro, Luigi Cuomo, hanno accolto l’invito a salire sul palco) in un ballo di gruppo improvvisato che ha divertito tutti, soprattutto gli stessi protagonisti.
A dare appuntamento alla prossima edizione ci hanno pensato, infine, Giulia Menniti del CSV di Catanzaro ed il sindaco Alecci, a dimostrazione di una sinergia venutasi a consolidare per dare l’opportunità alle associazioni locali – in prossimità della Giornata Internazionale del Volontariato, fissata dall’Onu per il 5 dicembre – di esprimersi in maniera collaborativa e di uscire dalle logiche dell’autoreferenzialità, ed alla cittadinanza di riscoprire il valore e l’impegno di tante realtà positive abituate ad operare nell’ombra.
L’ospite d’onore Stefano Masciarelli
Il suo amore viscerale per la Calabria risale ai venticinque anni fa, quando l’incontro con il chirurgo di fama mondiale e calabrese di nascita, Domenico Scopelliti, lo ha portato alla scoperta del cibo, dell’accento aspirato e della solarità della gente che vi abita. Masciarelli vi ritorna spesso, e ha detto immediatamente di sì a chi aveva pensato a lui come ospite d’onore della terza edizione di “Volontarinsieme”. Non ha risparmiato sorrisi e battute a quanti si intrattenevano con lui, sia prima che dopo lo spettacolo, perché a suo dire “Un giorno senza sorriso è perso”, e andare a portare il sorriso una missione. “Per me è come andare a prelevare…faccio un prelievo di ricchezza umana quando mi ritrovo in contesti di solidarietà”. La sua vicinanza all’associazione “Operation smile” dell’amico Scopelliti lo rende un “Patch Adams” impiegato, con tanto di naso rosso e camice colorato, a far sorridere i bambini che escono dalla sala operatoria dopo un intervento maxillo-facciale. Ma è nella Nazionale Attori e Cantanti, al fianco di amici come Renato Zero, Massimo Ranieri e Luca Barbarossa, di cui fa parte da venticinque anni, che ha avuto il “colpo di fulmine” per la solidarietà e le sue infinite cause. Un “colpo di fulmine” che lo ha portato a rifuggire dall’invidia e dalle arrabbiature inutili per riscoprire la bellezza della vita. E al momento del commiato, l’attore e intrattenitore televisivo, con un passato da investigatore privato alle spalle, si congeda così: “E’ chiaro ‘stu fattu?”