Lamezia Terme – Li chiamano “angeli del fango”, e mai come in questo caso la definizione e’ giusta, perche’ nel fango hanno lavorato per una settimana per recuperare prima Stefania Signore e il figlioletto piu’ grande, Cristian, di 7 anni, e infine l’altro figlioletto, il piccolo Nicolo’, di 2 anni. Con la luce o con il buio, con il sole o con la pioggia, nell’area di Lamezia Terme (Catanzaro) nella quale l’alluvione di alcuni giorni fa si e’ portata via una famiglia, non si sono fermati un attimo, i vigili del fuoco e gli uomini e i volontari della Protezione civile, affiancati anche ditte private di movimento terra che, mosse dalla solidarieta’, hanno messo a disposizione mezzi e braccia. Tutti irriducibili e orgogliosi.
E adesso, completate le operazioni di recupero del corpicino di Nicolo’, arriva anche per loro il momento della pausa che e’ anche di dolore. Massimo Conforti, ispettore del Comando provinciale dei Vigili del fuoco e coordinatore giornaliero delle ricerche, racconta gli attimi immediatamente precedenti il ritrovamento del piccolo Nicolo’ Frijia: “Con il nostro sistema informativo abbiamo stilato una mappatura dell’area e su questa abbiamo individuato i punti di ricerca, andando poi nel profondo – spiega Conforti – con i mezzi di movimento terra, in sinergia di lavoro con la Protezione civile e le ditte che si sono affiancate a noi. L’escavatore piu’ grosso che stava operando nel letto del fiume ha individuato, sotto un cumulo di detriti di circa un metro e mezzo, una sagoma, che poi e’ risultata quella del povero Nicolo'”. A sua volta Franco Di Leo, della Protezione civile, rimarca “la scelta del nostro dirigente, Carlo Tansi, che ha garantito la possibilita’ di continuare le ricerche nonostante i giorni gia’ trascorsi”, quindi aggiunge: “E’ doveroso ringraziare tutti i volontari, che hanno creduto in noi come noi abbiamo creduto in loro, e ringraziare le ditte esterne che hanno operato con i loro mezzi sotto il nostro coordinamento. E grazie al loro grande aiuto e all’impegno di tutti, abbiamo raggiunto l’obiettivo. Ieri sera – ricorda Di Leo – abbiamo finito di scavare alle 20, poi siamo andati a riposare ma personalmente stanotte non ho dormito, anche perche’ sentivo che oggi avremmo trovato il piccolo Nicolo’, che porteremo sempre nel cuore”.
Vigili del fuoco e uomini della Protezione civile di esperienze cosi’ ne hanno viste e vissute tante, ma anche nei loro volti si scorge un’infinita tristezza: “Cerchiamo di mantenere un certo distacco, legato ovviamente alla razionalita’ che deriva dal lavoro che siamo chiamati a fare, ma – confida l’ispettore dei Vigili del fuoco, Conforti – viviamo anche noi una forte emozione, e in questo caso c’e’ anche il rammarico di non aver potuto fare molto di piu’ che cercare il piccolo Nicolo'”. (AGI)