Il Brasile e i suoi profumi. Il Brasile e la sua anima musicale. Immagini ricorrenti che da sempre fanno sognare e gioire. Sabato sera, nel secondo appuntamento della XVI edizione del Festival d’Autunno, ideato e diretto da Antonietta Santacroce, l’Alma brasile ira di Toquinho si è librata nell’aria confermando che nulla è più gradevole delle profonde risonanze dei brani che da sempre sono compagne di viaggio della nostra vita. La magia della serata viene introdotta dalle note di Carinhoso, uno dei brani più amati di Pixinguinha, e dalla voce morbida ed eclettica di Greta Panettieri. E’ la cantante italiana dall’anima brasiliana ad aprire un concerto a lungo atteso e anticipato dalla pomeridiana masterclass in cui i due musicisti si sono raccontati apertamente.  Se fuori dal Teatro il clima era rigido, all’interno le note sempre gradevoli e vivaci di Mas que nada, di Sergio Mendes, e dell’intima Accendi una luna in cielo sono riuscite a riscaldare i cuori. L’esecuzione della cantante romana è apparsa convincente e appassionata. Sicuramente uno dei momenti più vibranti del concerto. Dopo il brano che Toquinho e Vinicius de Moraes hanno inciso nel 1976 con Ornella Vanoni fa il suo ingresso sul palcoscenico il Maestro. Toquinho, imbracciata la chitarra e con il sorriso sulle labbra, si impossessa del scena con la spensierata Tarde em Ipatua, da lui scritta con il poeta. E’ l’inizio di un tributo al suo Paese nativo, il Brasile, e a quello adottivvo, l’Italia, che lo ha visto esordire in un periodo difficile della sua vita. La contagiosa allegria iniziale non ha accennato a placarsi con le successive Samba em preludio e Samba della rosa. Ogni brano è stato introdotto da un racconto della sua vita o da un ricordo degli amici.
Memorie di una generazione che ha segnato una svolta musicale, sottolineate con estrema eleganza quando ha voluto dedicare un medley ad Antonio Carlos Jobim, il padre della bossa nova. Corcovado e Garota de Ipanema hanno trasmesso emozioni indescrivibili. La montagna che sovrasta Rio de Janeiro e la bellezza delle ragazze di Ipanema, delle sue spiagge dalla sabbia dorata erano improvvisamente negli occhi di tutti. Nel cuore di Toquinho c’è un angolo speciale per l’Italia, ed è al nostro Paese che ha dedicato due canzoni che lui sente molto vicine. Il medley Anema e core/Roma nun fa’ la stupida stasera è stato una sorpresa riuscita perfettamente perché non accade spesso
di sentire un brasiliano cantare in napoletano e romanesco. Non solo autore e cantante ma anche chitarrista dalle eccelse doti tecniche ha ancor di più ha stupito con l’esecuzione di due assolo. I brani Apelo e Bachianinha sono stati un momento servito a creare un’attenzione e una tensione diversa nel pubblico. Soprattutto nel secondo brano, la sua rilettura in chiave personale di alcuni dei preludi di Bach hanno dato una dimensione a noi sconosciuta della sua immagine di musicista, conoscitore di generi diversi dalla musica brasiliana. Un lungo applauso è stato il giusto riconoscimento alla sua superba performance e per le sue qualità di virtuoso dello strumento. La leggerezza delle parole e la pacatezza dei toni che hanno anticipato ogni brano hanno celato una velata malinconia. La Musica Popolare Brasiliana da sempre è la perfetta fusione di sensualità ed energia, una vitalità che spesso nasconde la saudade, quella tristezza in cui trova spazio la speranza e si trasforma in intima nostalgia. Il testo di O que serà, in Italia conosciuta soprattutto nella versione di Fiorella Mannoia, ha dato una idea di tutto ciò. Struggente e al tempo stesso gioioso, il brano di Chico Buarque esalta il duetto tra Toquinho e Greta Panettieri, assecondati da Itaiguara Brandão, al basso, e da Mauricio Zottarelli, alla batteria. In ogni brano la band ha trovato il giusto equilibrio tra l’intreccio delle voci e la ritmica sempre misurata. Il finale è stato l’ennesimo omaggio all’album inciso con Vinicius e Ornella Vanoni. Io so che ti amerò e La voglia la pazzia l’incoscienza l’allegria hanno anticipato Aquarela «la canzone che mai avrei pensato avrebbe avuto così tanto successo». Il pubblico ancora una volta ha risposto con entusiasmo, tanto da richiamarlo sul palco ben due volte. I bis Canto de Ossanha e la sempre delicata Tristeza sono stati il saluto di un artista che con il passare degli anni non ha perso nulla della sua magia. Il Festival d’Autunno giorno 27 ottobre ospiterà un altro artista con il Brasile nell’anima: Sergio Cammariere. In uno spettacolo elegante e coinvolgente il cantautore calabrese eseguirà i suoi successi, omaggiando anche i grandi compositori brasiliani e Toquinho in particolare con il brano Chi sei. I biglietti per il concerto di Sergio Cammariere potranno essere acquistati in tutte le
rivendite e sul sito www.festivaldautunno.com. Ogni informazione sarà reperibile sul sito, sui canali social e sull’app scaricabile gratuitamente su tutti gli smartphone o contattando il numero 331.8301571.
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