All’indomani del mancato completamento dell’iter procedurale per la discussione e l’approvazione delle modifiche alla legge elettorale regionale necessarie ad introdurre la cosiddetta “parità di genere”, il Presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria, Arturo Bova, ha presentato richiesta formale di inserire la discussione della proposta di legge sul tema, quella già approvata nelle specifiche commissioni e per la quale non si è aperta la discussione in Aula durante l’ultima seduta del Consiglio regionale il 28 settembre scorso, al primo punto dell’ordine del giorno della prossima seduta. «Non credo si possa attendere oltre – ha spiegato Bova -. Ci sono ben tre interrogazioni parlamentari sulla mancata modifica della legge elettorale calabrese che fanno presagire un intervento diretto del Governo qualora dovesse perdurare lo stato di inerzia circa l’iniziativa legislativa. Ma non ci sono solo motivazioni procedurali e politiche alla base della mia richiesta: sono fermamente convinto che l’adeguamento alla normativa nazionale, considerato l’esiguo numero di rappresentanti femminili nell’attuale Consiglio regionale, sia necessario sotto il profilo democratico e della civiltà giuridica e sociale. Ci sono oltre 7000 firme in calce alla proposta di legge e altre 2000, di donne calabresi, sono apposte a sostegno dell’appello che ci è stato inoltrato. Non è possibile pensare di arrivare al voto, tra un anno, con una legge che presenta evidenti profili di incostituzionalità perché non contempla il criterio del rispetto della parità tra i generi».

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