Riceviamo e pubblichiamo la nota del Segretario dell’Associazione Centro Culturale Cassiodoro prof. arch. Cosimo Griffo. Con riferimento alla notizia apparsa su diversi organi d’informazione locale della fortuita scoperta operata da alcuni giovani della locale Pro Loco di importanti evidenze archeologiche nel territorio del Comune di Squillace (sulla riva del Fiume Alessi in prossimità del Santuario della Madonna del Ponte), preme sottolineare che l’Associazione Centro Culturale Cassiodoro – dal mese di Aprile 2018 – è già impegnata nella produzione di un ampio e documentato dossier redatto a cura dell’arch. Cosimo Griffo con la consulenza dell’archeologo Francesco Cuteri, ai fini della redazione di una pubblicazione da inserire nella prestigiosa collana di studi cassiodorei che l’Associazione realizza con la Jaka Book Edizioni. Il motivo della cautela nel produrre la segnalazione alle competenti autorità da parte dell’Associazione era giustificato dal fondato timore che l’improvvida diffusione della notizia con toni sensazionalistici (come purtroppo sembra stia avvenendo), potesse attirare nella delicata area frotte di curiosi capaci di arrecare danni al sito prima del suo opportuno contingentamento. L’interesse dell’Associazione sull’area in questione è nato in occasione del progetto PON “La Scolacium di Cassiodoro” (codice 10.1.1A – FSE PON – CL – 2017 – 208) che ha visto impegnati ventisei alunni del Liceo Scientifico “E. Fermi” di Catanzaro. La ricerca, a carattere storico/archeologico era volta ad indagare le condizioni architettoniche, urbanistiche e antropologiche della colonia romana Minerva Scolacium ai tempi di Flavio Magno Aurelio Cassiodoro. Il progetto, gestito in qualità di tutor scolastico dallo stesso prof. Cosimo Griffo, si è avvalso del l’archeologo Francesco Cuteri come esperto esterno. Una parte importante del progetto ha comportato ricerche documentarie sui luoghi cassiodorei – osservati nel contesto più vasto della Scolacium romana – con l’ausilio del programma Google Heart: tale strumento ha consentito di effettuare un’accuratissima ricognizione di tutto il territorio della Coscia di Stalettì e delle rive del Fiume Alessi che ha subito posto in enorme risalto il sito in questione oltre a una miriade di altre evidenze archeologiche inesplorate. Una prima rapida visita sul luogo, operata in data 07 luglio 2018, non è stata corredata da fotografie in quanto il sito era inesplorabile sul piano di campagna per la foltissima vegetazione formata in prevalenza da rovi e arbusti alti fino a quasi due metri. La ricognizione confermava però pienamente la particolarità del sito, la sua posizione strategica e parte delle strutture murarie affioranti con più evidenza. La svolta nelle indagini in sito è stata offerta in maniera del tutto fortuita in seguito al vasto incendio che ha interessato l’area. La mutata condizione ha consentito due diverse visite – questa volta documentate da repertori fotografici – nelle date 23 e 24 agosto 2018 che evidenziavano pienamente l’eccezionalità della trama archeologica e la vastità delle sue dimensioni. Incoraggiato da questa scoperta, in data 23 agosto 2018, il Presidente dell’Associazione Don Antonio Tarzia, messo al corrente degli esiti delle ricerche, decideva di realizzare un servizio sul vicino Santuario della Madonna del Ponte incaricando la troupe di Viaggio nella Diocesi (della Life Communication) di girare un video documentario sul Santuario con ospiti il rettore Don Emidio Commodaro e l’archeologo Francesco Cuteri. Per la sua realizzazione la produzione si avvaleva delle riprese aeree realizzate col drone dall’azienda Aero-Pix (la puntata in questione verrà mandata in onda, sul canale televisivo nazionale Padre Pio Tv questa domenica alle ore 21.50). Il prof. Griffo e il dott. Cuteri, alla fine delle riprese, chiedevano al pilota del drone di effettuare una ripresa specifica sul sito in questione. La ripresa video integrale di quella occasione – unitamente a un centinaio di foto aeree del sito ad alta definizione – andranno ad arricchire il già corposo dossier scientifico prodotto da tre mesi ad oggi, con documentazione fotografica, video e iconografica relativa alla collocazione, alle dimensioni e caratteristiche dell’area e a molteplici approfondimenti tematici utili all’interpretazione del sito archeologico. L’Associazione ha provveduto a inoltrare opportuna segnalazione alla competente Sovrintendenza cui si è dichiarata pronta a trasmettere ogni documento in suo possesso. Lo stesso dossier si spera di poter mostrare nel più breve tempo possibile anche al resto della comunità culturale e agli interessati a qualunque titolo.