CATANZARO – “Proporre di addestrare le forze dell’ordine ai metodi della non violenza è un ulteriore ignobile tentativo di criminalizzare chi rischia la vita ogni giorno per tutelare la sicurezza dei cittadini”. E’ quanto afferma il deputato di Fratelli d’Italia, Wanda Ferro, commentando il disegno di legge presentato dalla senatrice De Petris di Leu. “Una proposta – aggiunge Wanda Ferro – che già nella sua premessa è un manifesto ideologico che descrive le forze dell’ordine come una schiera di violenti con forti limiti culturali, mentre d’altro canto esalta il valore culturale e sociale degli ‘antagonisti’ e dei ‘ribelli’, fragili e indifesi. La senatrice De Petris descrive un mondo capovolto: poliziotti e carabinieri rappresentano la ‘brutalità istituzionale’, mentre i manifestanti che sfogano la violenza contro le divise diventano le vittime di violenti pestaggi e cariche inusitate. E’ una distorsione vergognosa della realtà, che va ad inserirsi in una più ampia campagna di denigrazione e delegittimazione delle forze dell’ordine. Pensare che le forze dell’ordine possano intervenire in situazioni critiche con le tecniche della non-violenza è assurdo e pericoloso. Secondo la senatrice gli agenti dovrebbero sedersi a terra come Gandhi mentre i manifestanti li massacrano di botte, o dovrebbero utilizzare le tecniche della meditazione e del dialogo per fermare un soggetto violento. Per poi magari venire messi sotto accusa se non sono bravi a fermare i criminali con la forza del pensiero, e intervengono usando l’obsoleto metodo delle mani”. “I cittadini – conclude Wanda Ferro – non devono essere difesi dalle nostre Forze dell’Ordine, che sono tra le più preparate e professionali del mondo, ma dai violenti, dai teppisti e dai criminali. Se si vogliono davvero ridurre le situazioni di pericolo, si dotino gli operatori di polizia di armi non letali, come gli spray urticanti o i teaser, già da tempo negli equipaggiamenti di diversi corpi di polizia stranieri. E’ assurdo che per gli agenti non ci sia una via di mezzo tra l’uso delle mani nude e quello estremo dell’utilizzo della pistola di ordinanza. Una situazione che mette a rischio gli stessi operatori durante l’esecuzione di un arresto o l’immobilizzazione di un soggetto pericoloso”.