ORLANDO LOTTA PER LA VITA. DA OGGI DONIAMO E IL 3 MARZO RIEMPIAMO IL TEATRO COMUNALE DI SOVERATO!
Orlando ha compiuto 35 anni l’11 febbraio scorso nella sua casa di Soverato, in Calabria. Un giorno speciale, il giorno di Nostra Signora di Lourdes. Ha spento le candeline del suo compleanno insieme a mamma Cosmina, papà Antonio e i suoi giovani fratelli, sapendo che la sua vita è una lotta contro il tempo. Un inquilino quantomai indesiderato si è presentato a fargli visita nell’estate 2015, quando il ragazzo, brillante, vitale, con una passione matta per il suo lavoro nel turismo e nella ristorazione, lavorava come cameriere al Mirabeau Park Hotel, un 4 stelle affacciato sul Golfo di Squillace (Gasperina, Cz). L’inquilino indesiderato era un sarcoma alla gamba, per il quale il giovane si è subito sottoposto a tutte le cure mediche, comprese chemio e radioterapia all’Istituto nazionale tumori di Milano, finché non è riuscito a mandarlo via.
La vittoria sul male riempie di gioia i genitori, i fratelli, i tanti amici. Orlando è pronto a ripartire. Col fratello Francesco, 30 anni e una grande passione per la ristorazione, si lancia nella realizzazione del sogno di una vita: un ristorante tutto loro, nel quale far lavorare anche la sorella Luna, che di anni ne ha 25 (l’altra sorella, Angela, vive e lavora fuori). Un’attività per costruire un futuro nella loro terra per se stessi e i loro figli, portare una ventata di freschezza e creatività nel panorama gastronomico del territorio, fare degli anni di studio e gavetta finalmente un lavoro che unisca passione e competenza. Nasce così lo Shabby Restaurant a Soverato (Cz), trattoria a pochi passi dal mare che incontra subito il gradimento del pubblico, diventando in breve un punto di riferimento per gli appassionati di cucina mediterranea, pinsa romana e piatti di pesce.
Ma l’euforia non dura molto: nell’estate 2017 Orlando sta di nuovo male. Sebbene i controlli alla gamba siano sempre negativi qualcosa non va, si sente stanco, ricompare la febbricola, avverte strani dolori. Per accorciare i lunghi tempi d’attesa degli esami da fare a Milano si sottopone a una tac a Lamezia Terme e riceve la “mazzata”: l’odioso inquilino è tornato, stavolta alla vescica e al retto, più “incazzato” e aggressivo di prima. Si torna a Milano per nuovi cicli chemioterapici sempre più pesanti. Nonostante le cure, però, la massa tumorale cresce alla velocità della luce, quasi due centimetri a settimana, e più aumentano le dosi di chemio più il suo organismo le rigetta con crisi che lo mettono a rischio trasfusione. A novembre i medici gettano la spugna: non intendono proseguire, Orlando per loro non è operabile.
Adesso comincia veramente la storia di Orlando “il guerriero”, come suggerisce questo nome che evoca epiche battaglie cavalleresche. Il soprannome “guerriero”, invece, glielo hanno dato gli amici in onore della sua volontà di vincere, di vivere, di combattere per rimanere qui con i suoi affetti e i suoi sogni ancora da realizzare. Orlando è il primo a non accettare la sentenza dei medici. Si apre a tutte le possibili opzioni di cura per star meglio, e nel frattempo studia, prende contatti, cerca una soluzione anche all’estero. Proprio dall’estero, dalla Columbia University Medical Center, arriva chi potrebbe fare il “miracolo”. E’ Kato Tamoaki, chirurgo nippoamericano che opera alla Presbyterian hospital di New York dove ha sviluppato una tecnica di avanguardia per sconfiggere il sarcoma in casi estremi. Con l’asportazione degli organi interessati, la loro pulizia completa dal tumore e il loro trattamento chemioterapico prima del reinserimento. Una tecnica che negli Usa sta dando ottimi risultati di riuscita e di prospettive di sopravvivenza del paziente. In meno di un mese il chirurgo viene contattato, guarda i referti e accetta, previa visita, di operare Orlando. Una notizia che da al ragazzo e alla famiglia un immenso sollievo e una grande speranza alla quale aggrapparsi. Tranne che per un “piccolo” ma enorme problema: il costo dell’operazione è pari a circa 378 mila dollari, vale a dire oltre 300 mila euro.
Il preventivo messo nero su bianco dall’ospedale statunitense ha gettato la famiglia in un’affannosa ricerca di fonti di finanziamento per sostenere almeno in parte questa spesa esorbitante, inaffrontabile per un nucleo composto da un papà che attualmente ha perso il lavoro a causa delle traversie degli ultimi anni, una mamma in aspettativa non retribuita per assistere Orlando, casa in affitto e in affitto anche il locale che Francesco cerca di portare avanti al meglio nonostante l’assenza del fratello-socio.
E qui entriamo in campo noi. Noi chi? Tutti! Chi scrive, chi legge, gli imprenditori, i politici, le associazioni, le donne e gli uomini delle istituzioni, della cultura, dello spettacolo, dei media: chi vuole, chi può, con un contributo piccolo, con un contributo grande. Non solo con i soldi ma anche con idee di raccolta fondi. Il Comune e alcune associazioni si sono già dati da fare.
Per chi volesse regalare una speranza ad Orlando, in basso le coordinate del conto corrente dedicato (causale “Donazione per Orlando”). E nei prossimi giorni saranno resi noti i dettagli per l’acquisto di biglietti da 1 euro per la lotteria di beneficenza creata ad hoc. Tanti i modi per contribuire, unico l’obiettivo: permettere a Orlando di continuare a vivere, a sognare, a ottenere tutta la felicità e la serenità che merita.
PER DONARE:
Iban: IT25N0103042770 0000013545 58
Codice Bic/Swift: PASCITM1894
Filiale: 8446
Conto corrente: 13545 intestato a Riverso Cosmina
Causale: Donazione per Orlando