“La mia revoca rientra in accordi pre-elettorali”. È quanto ha dichiarato l’ex assessore regionale al Lavoro, Federica Roccisano, durante una conferenza stampa convocata mercoledì mattina a Lamezia Terme, dopo la revoca dal suo incarico da parte del governatore, Mario Oliverio. “Ho parlato con Ernesto Magorno ma mi ha detto di essere completamente all’oscuro.Ci fosse stato un dialogo con il Pd credo che non ci troveremmo a questo punto”, ha spiegato Roccisano che ha espresso la sua volontà di rimanere nel Pd. “Le motivazioni usate dal presidente sono state ingiuste e poco aderenti alla realtà, dopo due anni in cui ho dedicato tutte le mie energie per contribuire a realizzare il programma di governo – ha proseguito l’ex assessore -. Da mesi si parla di miei padrini e padroni che non ci sono mai stati. Non ho mai chiesto protezione. Sono stata chiamata in giunta senza aver chiesto nulla. Malgrado tutto, ringrazio il presidente per avermi dato la possibilità di servire la Calabria e di amarla come una figlia ama una madre”. “Credevo che sarebbe stato usato uno stile più gentile e non immaginavo che si sarebbe fatto ricorso allo scaricabarile. Io comunque ho dimostrato di essere coerente con quel progetto politico per il quale ero stata chiamata in Giunta. Mi hanno rimproverato – aggiunge – di non essere stata incisiva, senza contare le storture legate a Garanzia giovani: avevo scritto una lettera per evidenziare i rallentamenti che c’erano, un modo per verificare i limiti e le zavorre della burocrazia. Purtroppo mi è toccato ingoiare i rimproveri di Oliverio, che ha pensato a un atteggiamento negativo nei suoi confronti. Poi, però, anche lui ha scritto male della burocrazia regionale”. “In due anni e mezzo ho percorso 250mila km per stare a contatto con i territori, e anche quando è stata bruciata la mia auto non ho indossato la maglietta della vittima. Però mi sono stati fatti tanti rimproveri, anche quello di aver avviato il dialogo con sindaci di un’altra parte politica e con quelli che facevano parte dello stesso partito, ma che appartenevano a una corrente diversa – ha concluso Roccisano -. È stato un errore non aver preteso risposte definitive sul welfare, avrei dovuto chiedere più attenzione al presidente e al dipartimento”.

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