“Finalmente siamo arrivati al punto. Ecco a cosa serviva tutta l’operazione Forza Italia a Chiaravalle Centrale: dare a Gregorio Tino una grancassa con la quale fare eco alle proprie vendette personali, dopo che il sottoscritto lo ha mandato a casa per manifesta, tangibile incapacità di gestire la cosa pubblica, interrompendo la scellerata iniziativa di privatizzare la nostra acqua pubblica volendo affidare un incarico per oltre 12 milioni di euro in un Comune prossimo al dissesto finanziario. E qui lascio libero spazio alla fantasia…”. E’ quanto scrive l’assessore comunale al Bilancio di Chiaravalle Centrale, Claudio Foti, commentando una recente nota della sezione cittadina di Forza Italia. “Sì perché un conto è dire quattro fregnacce come un Pinocchio qualsiasi – prosegue Foti. – Un altro è ripetere le stesse fesserie con il simbolo del grande Silvio a fare da scudo. E’ tutta una questione di immagine, insomma. Peccato, per Forza Italia, essersi fatta trascinare così in basso da un personaggetto siffatto, incapace di argomentare politicamente una benché minima difesa del proprio operato politico degli ultimi 25 anni. Cinque lustri vissuti con le mani sempre in pasta e le terga accomodate sulle poltrone del Comune. Lì dove ha potuto manovrare, cucire trame, tessere interessi, fino a distruggere e mandare in dissesto tutta la baracca. Non ha argomenti, non dà una sola risposta sul piano politico, il povero Pinocchio, e prova a sputare veleno e fango, aiutato da suggeritori legulei di pari statura (fisica e politica), nel tentativo di nascondere le sue evidenti responsabilità per lo sfascio nel quale ha gettato un intero paese. I cittadini di Chiaravalle sanno bene cosa e quanto sono costretti a pagare, per saldare i tanti debiti che lui ci ha lasciato in eredità, infischiandosene delle conseguenze. Un sindaco che Chiaravalle non meritava e che, fortunatamente, è durato relativamente poco. Tanto quanto basta, però, per affondare le casse del Comune nel default finanziario. Mai si era visto un disastro così grande, concentrato in così poco tempo. Insomma, un tipo del genere se ne dovrebbe stare zitto e buono, nell’attesa di redimersi pagando le dovute conseguenze per le azioni compiute. Invece, eccolo dare ancora fiato alle trombe, ovviamente guardandosi bene dall’affrontare un confronto pubblico con il sottoscritto, carte e documenti alla mano. Lo sfido per l’ennesima volta (mi dica lui dove: in teatro, in piazza, in televisione, alla radio…) a supportare tutto ciò che dice con gli atti e non con le chiacchiere da bar, alle quali è evidentemente abituato. Lo sfido a parlare con documenti ufficiali del ticket scuolabus, da noi trovato a 2 euro e 60, quando ci siamo insediati, e da noi ridotto a 1 euro e 60. Lo sfido a parlare di fogne, strade, pubblica illuminazione, rete idrica: tutte da noi ereditate in condizioni fatiscenti. Lo sfido a parlare del ticket mensa, sempre da noi trovato a 2 euro e 55 e sempre ridotto a 2 euro. Lo sfido a parlare di finanziamenti attinti da altre fonti. Lo sfido a parlare sui contributi da lui elargiti, come se le casse comunali fossero il suo personale bancomat. Lo sfido a raccontare le storie dei fornitori che scappavano dal nostro Comune perché creditori di somme ingenti maturate sotto la sua gestione (vedi scuole senza riscaldamenti, ecc.). Quanto alle sue illazioni del tutto gratuite, e che centrano davvero poco con la sua malagestione della cosa pubblica, su presunti incarichi che io, addirittura, avrei personalmente assegnato ad amici e parenti in qualità di responsabile dell’area tecnica del Comune di Torre di Ruggiero, se ne ha la capacità dica pubblicamente nomi e cognomi. Io le carte che lo riguardano ce l’ho. Confrontiamole e vediamo che ne pensano i cittadini. Purtroppo per lui, le chiacchiere stanno a zero, mentre carte, atti e fatti testimoniano univocamente la sua incapacità manifesta ad amministrare un paese. E non lo dice solo il sottoscritto. Lo diceva la Corte dei Conti quando bocciava il suo Piano di riequilibrio, tacciandolo di falsità. Lo diceva anche Annozero, ma lo diceva anche il Pd. Lo diceva la sua stessa maggioranza, tanto da mandarlo anticipatamente a casa prima di fargli fare altri danni”. “Ti aspetto in pubblica piazza” conclude l’assessore “ben sapendo che, da coraggioso quale sei, continuerai a scappare”.

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