Un incontro culturale partecipato e ricco di spunti di riflessione quello che si è svolto nella sala consiliare comunale di San Vito sullo Ionio per la presentazione del libro di Daniela Rabia “Le voci dell’eco”. Un romanzo che trasferisce “emozioni, lacrime e speranza” ha commentato il giornalista Francesco Pungitore, introducendo i lavori. Le emozioni sono, in effetti, la carne e il sangue di questo libro, che trasuda vita nella descrizione di ogni singolo personaggio. E poi le lacrime, come quelle irrefrenabili che suscita, ad esempio, la morte di Berto, uno dei principali protagonisti de “Le voci dell’eco”. Infine, la speranza: il culmine dell’intero racconto, che ci consegna, dunque, un messaggio conclusivo che matura pagina dopo pagina. Nel testo, infatti, si può visualizzare con estrema chiarezza un percorso evolutivo che nasce dalle parole stesse del giovane Goy, un ragazzo come tanti, che racconta la sua solitudine, il suo desiderio di fuga nell’età del conseguimento del diploma. E’ la condizione esistenziale di tanti calabresi, pronti a spiccare il volo per scappare da questa nostra terra. Ma Goy ha la capacità di reagire e la sua trasmutazione finale lo porta a restare. Trova l’amore, si inventa un lavoro, riconquista gli affetti familiari. Dunque, questo libro racconta una storia, ma è la nostra storia. E’ la storia, soprattutto, di tanti calabresi residenti nelle nostre aree interne che vedono quotidianamente morire i loro paesi per abbandono ed emigrazione. E’ la storia, però, di un pensare “altro” che all’improvviso scocca come una scintilla e consente al protagonista di aprire gli occhi su una nuova verità. Il suo desiderio di fuga diventa voglia di mettersi in gioco. Ma anche apertura alla vita, comprensione e compassione verso gli altri, nei cui confronti Goy posa, gradualmente, uno sguardo diverso: non più di fredda e lucida condanna ma di accettazione e di amore. Temi importanti che hanno richiamato anche una discussione più ampia sul futuro della nostra regione e sul ruolo della politica, su cui si sono lungamente confrontati con la stessa autrice il sindaco di San Vito, Alessandro Doria, il consigliere comunale delegato alla Cultura, Claudio Cosentino, e il regista Maurizio Paparazzo.