E’ notte nel capoluogo calabrese quando, pochi giorni fa, nel pieno delle festività natalizie, una donna in preda alla disperazione chiama il 112. “Aiuto!!!” grida, “due uomini stanno tentando di entrarmi in casa sfondando la porta d’ingresso”. Una volta localizzata l’abitazione, ubicata nel quartiere Santa Maria, la Centrale Operativa del Comando Provinciale Carabinieri di Catanzaro allerta due autoradio del Nucleo Operativo e Radiomobile che, in quel momento, stanno effettuando il servizio di controllo del territorio e di pronto intervento nella zona sud della città. Durante il tragitto per raggiungere la casa della richiedente, la stessa rimaneva in comunicazione con il 112 riferendo con animo concitato che i due soggetti erano riusciti a sfondare la porta d’ingresso e si stavano introducendo nel suo appartamento. Dopo pochi istanti i militari dell’Arma giungevano sul posto ove constatavano che, adiacente all’abitazione della richiedente vi era un’autovettura lasciata aperta, mentre sul cancello di recinzione in legno dell’abitazione vi era una scala, sistemata in modo che si potesse agevolmente scavalcare. Resisi conto della situazione, i militari, che ne frattempo udivano urla femminili provenire dall’interno dell’abitazione, scavalcavano rapidamente il cancello di recinzione, che era chiuso con una catena ed un lucchetto, e, attraverso la porta divelta, entravano all’interno dell’appartamento; qui i militari accertavano la presenza di due uomini che, in piedi, urlavano all’indirizzo di una donna (successivamente identificata in colei che aveva chiesto aiuto al 112), la quale, terrorizzata e in lacrime, si era nascosta dietro un mobile, oltre che nei confronti del suo compagno, il quale invece era stato costretto ad adagiarsi sul pavimento. I due uomini, subito immobilizzati, venivano identificati in E.K. e N.W., rispettivamente marocchino cl. 75 e catanzarese cl. 70, già noti per ragioni d’ufficio e ed entrambi pluripregiudicati per reati contro la persona . Dalla dinamica dei fatti cosi come ricostruita dai militari a seguito delle dichiarazioni raccolte dalle persone coinvolte e da altri testimoni, era emerso che i due uomini, nonostante gli obblighi di legge a cui erano sono sottoposti (il primo alla misura cautelare dell’obbligo di firma presso i Carabinieri di Catanzaro, il secondo in regime di affidamento in prova ai servizi sociali), giunti sul posto a bordo dell’autovettura rinvenuta all’esterno dell’abitazione, avevano scavalcato il cancello di recinzione con l’ausilio di una scala e, una volta avuto accesso all’interno del giardino, regolarmente chiuso, avevano sfondato il portone d’ingresso; giunti all’interno dell’appartamento, con minaccia e violenza, avevano obbligato la donna ad interrompere qualsiasi comunicazione strappandole di mano il telefono, sottomettendo fisicamente il compagno della stessa, minacciato di morte, e privando così la coppia della libertà personale per un arco temporale di almeno 10 – 15 minuti, durante i quali avevano continuavano a terrorizzare la donna e il suo compagno, manifestando inoltre il chiaro intento di portare via di casa la donna e abusarne sessualmente. Alla luce di quanto accaduto, i due uomini venivano dichiarati in arresto per i reati di sequestro di persona e violazione di domicilio con violenza sulle cose in concorso e condotti presso la casa circondariale di Catanzaro Siano. In sede di convalida, il Tribunale di Catanzaro – Sezione GIP/GUP, in relazione alla gravità indiziaria nei confronti degli indagati e alla loro pericolosità sociale, oltre a convalidare l’arresto in flagranza dei due uomini, disponeva l’applicazione della misura cautelare della custodia in carcere che pertanto imporrà ai due di permanere nel luogo di detenzione.

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